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Nicola Ghiuselev
Se è vero che l'opera Italiana ha donato molte emozioni al mondo intero con la musica, il teatro, la poesia e il bel canto, è anche vero che il celebre cantante lirico bulgaro-italiano M° NICOLA GHIUSELEV, scomparso nel 2014, ha ricambiato con il suo talento, le sue innate qualità estetiche e la ricerca di una perfezione non solo professionale ma soprattutto artistica, contribuendo ad arricchirne e a moltiplicarne la bellezza. "Nel mondo dell'opera lirica il nome Nicola Ghiuselev è sinonimo di stile vocale, misura, cultura, estetica, gusto, professionismo perfetto, sinonimo anche di coscienza artistica e di intransigenza! - scrive la Prof. Ekaterina Docheva (nel Settimanale ''Cultura'', 2014) - Lui è stato capace di dare l'immortalità ai grandi ruoli da basso: Boris Godunov, a Filippo II, Dossifeo, Konciak, Galizki, Mefistofele, Don Giovanni, Aleko, Don Basilio, Fiesco, Mosè, Attila, con la sua straordinaria interpretazione e articolazione scenica".Dottore Honoris Causa dell'Accademia delle scienze di Bulgaria, Commendatore della Repubblica Italiana, insignito del Premio Internazionale Giuseppe Verdi d'oro per l'eccellenza e il contributo al Belcanto, Ghiuselev ha ricevuto vari altri riconoscimenti del più alto livello sia in Bulgaria che in Italia. Cittadino onorario di Pavlikeni, Bulgaria, e Parma, Italia, nel 2016 per il suo 80 ° anniversario il Teatro estivo di Pavlikeni e una piazza di Sofia furono dedicati al suo nome. Nello stesso anno, fu istituito il Premio Internazionale "Nikola Guzelev" per l'Opera e le Belle Arti presso l'Accademia delle Scienze bulgara.
Nikola Ghiuselev è nato a Pavlikeni il 17 agosto 1936. I primi anni della sua vita furono segnati dal segno della musica e della pittura. Nicola ha iniziato a cantare sin da piccolo. All'età di 11 anni infatti ottiene il ruolo principale nella produzione lirica di "Il piccolo violinista" nella sua città natale.
Alla stessa età, si rende conto di possedere un altro talento, quello della pittura. Così, inizia a dipingere, cantare e suonare, e in diversi momenti della sua infanzia ha creduto di essere un grande artista, un cantante insuperabile o un futuro Paganini. Così ricorda la sua scoperta della musica: lui era adolescente, alla radio trasmettevano il monologo di Boris "una melodia che mi sconvolse. Stavo disegnando, mi fermai immediatamente e rimasi in ascolto, colpito dalla bellezza della musica [...] Quel pomeriggio trasformò la mia vita".